M49, l'orso che resiste ai ladri d'Animalità. - Learning Animals
Studiare con Learning Animals significa crescere con cognizione animale per liberare da nozioni e abitudini che opprimono. Scoprire quanto il cambiamento è presente nel proprio agire, in innumerevoli ambiti e momenti, per evolvere in una cultura che riparte dalle basi di coesistenza, non dalla riforma dell'oppressione. #animalityrules
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M49, l’orso che resiste ai ladri d’Animalità.

di Francesco De Giorgio, etologo antispecista e facilitatore d’Animalità.

 

Il disturbo ossessivo-compulsivo espresso contro gli orsi, soprattutto in questi ultimi tempi, da una classe politica e dirigente (che dire rappresentante di un’ideologia del dominio sarebbe farle un complimento, mentre invece non esprime altro che grettezza, miopia, ignoranza, facendosi rappresentante di fobie, vizi e credenze populiste), anche senza volerlo sta facendo emergere anche alcuni importanti significati e contromovimenti come il crescere costante e ineluttabile di una diversa sensibilità sui temi degli animali e dell’Animalità, una crescente insofferenza allo specismo, ma anche e soprattutto, se pensiamo a M49, il riconoscimento pratico e non solo filosofico dell’emergere di una soggettività animale che va a rappresentare non un dato numerico (un orso), ma qualitativo (quell’orso), con tutti i significati etologici e cognitivi, relativi anche alla biologia della resistenza animale, che questo porta.

 

Notizia di questi giorni è che M49, soprannominato Papillon, è stato ricatturato e non si sa se metterà nuova energia cognitiva per evadere tante volte quante ne saranno necessarie, o se quella stessa energia lo farà implodere negli spazi angusti di una prigione che non merita. Se guardo il volto di M49, ne colgo i tratti di determinazione, complessità di pensiero ed energica Animalità, quindi non credo si darà per vinto, ma proprio per questo il rischio depressione è alto e va considerato. Non solo quindi il rischio che venga imprigionato in un braccio della morte, ma che l’uccisione avvenga lentamente, non vista, una morte della soggettività, dei pensieri, un’uccisione della resistenza, con il corpo ancora vivo, che respira o sembra farlo, ma con la morte nella mente e questo non riguarda solo Papillon, ma tutti quegli orsi, anzi direi tutti quegli animali, anche umani, negati, additati, perseguitati, braccati, imprigionati.

 

Leggo che molti auspicano che M49 sia rilasciato in un territorio, anche molto lontano, libero da attività umane, dove possa vivere senza essere perseguitato o ucciso. Pur sembrando un buon auspicio, non sono sicuro che quell’orso, che M49 voglia questo. Mi sa che il suo piacere non è vivere in modo idillico, ma continuare a vivere, combattere e resistere, in un territorio che conosce, raccontato nella sua mappa cognitiva, espresso da luoghi che conosce e a cui avrà dato un nome e che sarà lui, se vorrà, ad esplorare nuove terre selvagge, anche molto lontane. E mi sa che ha le sue catture e ricatture sono entrate nella sua mappa, come una dimensione che conosce, un’informazione ricorrente, come avventure da vivere, anche con un certo gioco tra guardie e ladri, in cui la guardia però è lui, mentre gli umani sono i ladri, ladri d’Animalità.

 

Io credo che, soprattutto da una prospettiva pratica, la via della convivenza con un orso, con quell’orso, così come un virus potente come il Covid, posso essere lo sviluppo, regolamentato o spontaneo poco importa, di nuovi modelli di comportamento attraverso un’etologia che indichi una via di coesistenza non basata sullo specismo, ma che sia un’etologia di liberazione dalla banalità del male, ma anche di liberazione dalla noia dell’ignoranza. In fondo M49 chiede questo, di non essere annoiato dalle psicosi umane e chiede con fierezza che ogni animale, anche umano, possa vivere con cognizione di causa, di natura e di resistenza.

 

Questo capovolgimento culturale richiede anche un ripensamento, anzi direi un abbandono, di tutte quelle attività a contatto con la natura che vanno a pregiudicare una convivenza sostenibile per tutti e non per una sola specie, quella umana. In questo senso va lasciato all’oblio del tempo anche quel romanticismo stucchevole dell’allevamento “green”, degli armenti al pascolo brado (a meno che non ci sia un intento di liberazione), cioè di tutto quello sfruttamento che oltre a creare schiavi felici, mette in conflitto tra loro le Animalità come orsi, lupi, volpi detti nocivi, con quelli detti da reddito. Ed ancora, anche la visione di un turismo antispecista nel senso più allargato del termine, informato e consapevole delle regole dell’Animalità, non solo è un fatto concreto, facilmente perseguibile, ma anche l’unica soluzione possibile.

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Francesco De Giorgio is a biologist, ethologist, naturalist, active within the field of anti-speciesist philosophy and daily life, born in 1965 on the slopes of Vesuvius, near Naples, Italy. Graduating from Parma University in 1989, Francesco began his career as an independent field researcher, supporting several universities while indulging his lifelong passion in the name of animals and Animality.

Founder of the International Learning Animals Study Institute together with his wife José, he develops and promotes a knowledge paradigm, consisting of both theory and practice, within a liberation battle for Animality.

The “immersive” combination of a practical and critical approach regarding animal science and the coexistence with an extended family of animals, support his activities of study developments, academic and non-academic lectures and other activities of diffusion where Francesco illustrates, explains and teaches the application of the Learning Animals socio-cognitive model of learning, of liberation, of relationship development and facilitation-ability.

Francesco dedicates his energy not only to facilitate animals in difficulty, but also teaches how to change perspective and how to understand nonhuman animal quality of life, from an Animality point of view. He puts “The Animal Question” in general in a different light, from a critical perspective, referring to the liberation of animal subjectivity and the animal mind, from an anthropocentric and speciesist heritage, cultural imprinting and in general the animal training industry.

Simple and everyday gestures carrying out activities connected to a life in coexistence with animals and Animality, are intwined with an intense background of studies and knowledge, a profound insight regarding animal cognition, which over the years has led to a unique, multidisciplinary model (the LA socio-cognitive model) for reflection and understanding of the animal perspective.

Described by his university mentor and the former Director of the International School of Ethology (Erice, Italy), the late Danilo Mainardi, as “a man who works with his head and his heart and his hands,” Francesco “walks the walk and talks the talk,” integrating scientific knowledge into ethical day-to-day practice.

Francesco is in fact the author of several scientific articles, popular articles, and popular science books, in particular with a critical view towards the anthropocentrism and speciesism within animal science and day-to-day culture. Among his published books; Dizionario Italiano / Cavallo (2010), Comprendere il Cavallo (2015) – both published in Italy, Equus Lost? (2017) – published in the United States, aka The Cognitive Horse (2013), Nel nome dell’Animalità (2018) – published in Italy, with the Spanish translation En nombre de la Animalidad (2019).

 

Nelle due immagini al testo, la copertina della prima edizione di Nel nome dell’Animalità (si nota l’orso in primo piano) e un ritratto di Francesco De Giorgio e Rhea con cui convive, insieme a molte altre Animalità.

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